domenica 17 aprile 2011

La guerra del Vietnam

Comprende l’insieme delle operazioni militari che si svilupparono fra guerriglieri filocomunisti, appoggiati dal Vietnam del Nord, e forze regolari sudvietnamite e statunitensi. Le cause risalgono alla lotta di liberazione con cui il Vietnam si era reso indipendente dalla Francia: gli Stati Uniti videro infatti la liberazione vietnamita come un’ulteriore estensione dell’influenza sovietica in Asia, dopo che nel 1949 il comunismo si era imposto in Cina. Così, in contrasto con gli accordi raggiunti tra francesi e vietnamiti con la pace di Ginevra (1954), gli Stati Uniti si impegnarono per instaurare a Saigon un regime sudvietnamita anticomunista e filoamericano. Nonostante l’appoggio statunitense (con l’invio di armamenti  di esperti militari) il regime di Saigon non riuscì a imporsi sulla resistenza armata rurale indirettamente appoggiata dal Vietnam del Nord. La situazione si aggravò nel 1960 con la nascita di un Fronte di liberazione nazionale (FLN) che raggruppava tutte le forze guerrigliere del Sud (i cosiddetti viet-cong, ossia i “comunisti vietnamiti”). Nel 1961 il contingente di consiglieri statunitensi arrivò a 15000 uomini e l’anno seguente fu insediato a Saigon un comando militare nordamericano.
Nell’estate 1964 il presidente americano L.Johnson minacciò di distruggere il Vietnam del Nord se Ho Chi Minh, capo del governo nordvietnamita di Hanoi, non avesse convinto i rivoluzionari operanti nel Sud a cessare le ostilità. I viet-cong non cedettero al ricatto e, a partire dalla primavera del 1965, gli Stati Uniti bombardarono il Vietnam del Nord, che cominciò però a ricevere aiuti da Cina e Russia. La guerra si allargò e divenne onerosa per gli Stati Uniti, suscitando crescenti proteste, amplificate dai media. Forti tensioni vi furono nell’ambiente giovanile universitario, anche perché la coscrizione obbligatoria portò il contingente USA nel Vietnam del Sud dai 125000 uomini del 1965 ai 400000 del 1967.
Nella primavera del 1968 i guerriglieri comunisti del FLN scatenarono un’offensiva, che evidenziò l’inefficacia dell’intervento statunitense. Cominciarono a questo punto laboriose trattative diplomatiche fra gli USA e il Vietnam del Nord, mentre la guerra continuava a devastare le infrastrutture e l’ambiente naturale del Sud Vietnam. Con l’elezione del presidente Nixon, nel 1970 la guerra crebbe ulteriormente di intensità e coinvolse anche la Cambogia e il Laos. Nixon attuò una politica di riavvicinamento alla Repubblica popolare cinese, fece intensificare i bombardamenti e tentò di “vietnamizzare” l’esercito per ritirare gradualmente il contingente USA. Ma Nixon non ottenne grandi risultati e nel 1973 gli Stati Uniti firmarono a Parigi con il Vietnam settentrionale e con il FLN un primo accordo, che non fece però cessare le ostilità. Solo nel 1975, con il discredito della presidenza Nixon in seguito all’affare Watergate e con la vittoria dei comunisti vietnamiti nell’offensiva finale che portò alla liberazione di Saigon (30-4-1975), il regime filoamericano di Saigon cadde e la guerra del Vietnam ebbe termine.

© Giovanni Scattone 2011