venerdì 22 aprile 2011

La rivoluzione americana

Le colonie americane nel ‘700 erano abitate da emarginati e avventurieri, specie inglesi, che formavano società più individualiste e meno gerarchiche di quelle europee. Le colonie inglesi erano concessioni fatte dal re a privati per fini economici. Il potere conferito ai concessionari di governare gli immigrati in base alle leggi inglesi trasformò le colonie in entità autonome dotate di organismi rappresentativi simili al Parlamento inglese. Quest’ultimo regolava con gli “Atti di navigazione” l’attività economica anche delle colonie. Dopo la guerra dei sette anni gli inglesi erano in difficoltà economiche: quando nel 1763 l’avanzata dei pionieri provocò una rivolta indiana, re Giorgio III con un proclama bloccò la penetrazione nelle terre indiane. Nel 1765 il Parlamento inglese approvò lo “Stamp act”, che stabiliva una tassa di bollo sui giornali e i documenti: la reazione fu immediata perché le colonie non avevano mai ricevuto imposizioni fiscali e lo “Stamp act” violava il principio “No taxation without representation”. Lo “Stamp act” fu abrogato, ma gli attriti fra madrepatria e colonie aumentarono.
I coloni crearono dei gruppi politici antinglesi, i “Sons of Liberty”: quando per contrastarli gli inglesi nel 1774 sospesero il governo del Massachussets e chiusero il porto di Boston, gli americani convocarono un congresso delle colonie e sostituirono i governi coloniali con altri provvisori.
Nel 1775 cominciarono gli scontri militari intorno a Boston (gli americani erano guidati da G.Washington). Grande successo ebbe un libello di T.Paine, favorevole all’indipendenza, intitolato Common Sense. Il 4-7-1776 il Congresso approvò una Dichiarazione di indipendenza redatta da T.Jefferson: vi si proclamavano i diritti alla libertà, alla vita e alla felicità, il principio della sovranità popolare, il diritto dei popoli alla rivoluzione e all’indipendenza.
La guerra fu lunga e drammatica. Gli inglesi, superiori sul mare, conquistarono New York e Filadelfia già nel 1776: ma gli americani combatterono una guerra di popolo in un territorio vasto e impervio e ottennero una prima vittoria a Saratoga springs (1777). I francesi intervennero a sostegno degli americani, che riportarono una vittoria decisiva a Yorktown (1781) ad opera di Washington (coadiuvato da un contingente francese guidato dal marchese di Lafayette). Stanca della guerra, l’Inghilterra riconobbe nel 1783 l’indipendenza americana.
Gli Stati Uniti avevano un territorio che si estendeva dall’Atlantico al Mississippi, ma la loro organizzazione economica e politic era debole. Il Congresso continentale aveva solo funzioni di coordinamento e i singoli stati avevano le loro costituzioni. Nell’estate del 1787, per scongiurare le divisioni interne, un’assemblea costituente guidata da Washington, Hamilton, Madison e Franklin elaborò una costituzione basata sul presidenzialismo e sul federalismo. Al Senato fu affiancata una Camera de rappresentanti eletta in base alla popolazione; al governo centrale erano attribuiti solo alcuni poteri, specificamente elencati. Come primo presidente degli Stati Uniti fu eletto George Washington.

© Giovanni Scattone 2011