venerdì 18 marzo 2011

Comte

Auguste Comte (1798-1857), nato a Montpellier, è autore di un Corso di filosofia positiva, in sei volumi, e di numerose altre opere, fra cui il Sistema di politica positiva e il Catechismo positivista.
Il fine della filosofia è per lui di migliorare la condizione umana mediante l’ampliamento della nostra conoscenza; tutti i fenomeni vanno considerati “come sottoposti a leggi naturali invariabili, la cui scoperta precisa e la cui riduzione al minor numero possibile sono lo scopo di tutti i nostri sforzi”. L’attenzione va posta sul fatto concreto, e le costanti che accomunano più fenomeni sono espresse con leggi generali; le varie scienze sono tra loro collegate in una classificazione che, attraverso una crescente complessità e una decrescente generalità, comprende la matematica, l’astronomia, la fisica, la chimica, la biologia e la sociologia. Di quest’ultima Comte è considerato uno dei padri fondatori: egli ritiene che la storia francese post-rivoluzionaria sia un periodo di crisi che richiede un potenziamento degli strumenti scientifici atti a comprendere la società e ad intervenire su di essa per migliorarla. La sociologia si configura perciò come una vera e propria “fisica sociale”, che applica allo studio della società metodi analoghi a quelli delle scienze naturali.
Nel corso della storia, come pure nello sviluppo psicologico individuale, Comte individua il susseguirsi di tre stadi, che denomina rispettivamente teologico, metafisico e positivo, attraverso cui ci si libera gradualmente dai criteri non scientifici: “Nello stadio teologico lo spirito umano [...] si rappresenta i fenomeni come prodotti dall’azione diretta e continua di agenti soprannaturali più o meno numerosi, il cui intervento arbitrario spiega tutte le apparenti anomalie dell’universo. Nello stadio metafisico [...] gli agenti soprannaturali vengono sostituiti da forze astratte, entità (astrazioni personificate) inerenti ai diversi esseri del mondo e concepite come capaci di generare da sole tutti i fenomeni osservati. [...] Infine, nello stadio positivo, lo spirito umano [...] rinuncia a conoscere l’origine e il destino dell’universo ed a conoscere le cause intime dei fenomeni, per dedicarsi unicamente a scoprire, mediante l’uso ben combinato del ragionamento e dell’osservazione, le loro leggi effettive, cioè le loro relazioni invariabili di successione e di somiglianza”. Questa individuazione dei tre stadi comporta, all’interno della sociologia, una distinzione fra la statica sociale, che studia il modo in cui una società è organizzata e il suo atteggiarsi secondo un’idea-guida centrale, e la dinamica sociale, che studia l’evoluzione progressiva delle società in base alla legge dei tre stadi.
Nell’ultima fase della sua vita, Comte accentuò il carattere sentimentalistico della propria dottrina, proponendo una vera e propria “religione dell’Umanità” e suggerendo riforme volte a costruire un assetto sociale con al vertice dei sacerdoti-filosofi e al di sotto le classi dei banchieri, degli industriali, dei commercianti e degli agricoltori.

© Giovanni Scattone 2011