sabato 26 marzo 2011

La letteratura della Resistenza

Si tratta di una letteratura nata dalla lotta clandestina contro il nazifascismo: comprende in senso stretto brevi scritti diffusi sui giornali con fini di propaganda, ciclostilati delle brigate (come, in Italia, “Il partigiano”, “Il fuorilegge”, ecc.) e le Lettere di condannati a morte della resistenza italiana (1952).
In senso lato vi vanno inclusi anche i diari di esuli, prigionieri e perseguitati, le rievocazioni di episodi partigiani, ecc. La distinzione fra letteratura della Resistenza e letteratura sulla Resistenza, al centro di un vivace dibattito negli anni ’50, ha perso oggi gran parte del suo interesse.
Comunque, il fatto nuovo della letteratura della Resistenza è la riscoperta del “pathos” della storia e della cronaca. Per quanto riguarda specificamente l’Italia, G.Pintor, giovane intellettuale caduto partigiano a 24 anni, ha lasciato negli scritti raccolti in Il sangue d’Europa una testimonianza sul travaglio morale della generazione formatasi durante il fascismo.
Tra i poeti che tentarono la lirica partigiana ricordiamo Montale, Ungaretti e Quasimodo. Nei giornali clandestini nacque il “racconto partigiano” (vi contribuirono, fra gli altri, Vittorini e Calvino): questi racconti, basati su una contrapposizione fra il partigiano buono e il fascista cattivo, hanno dialoghi secchi (influenzati da Hemingway e Steinbeck).
La letteratura resistenziale del dopoguerra avrà il suo classico nell’Agnese va a morire (1949) di Renata Viganò, cui seguirono molti altri fino a La ragazza di Bube (1960) di Carlo Cassola e Il giardino dei Finzi-Contini (1962) di Giorgio Bassani. Ma le opere più interessanti risalgono agli anni ’40: Uomini e no (1945) di Elio Vittorini, Il sentiero dei nidi di ragno (1947) di Italo Calvino, La casa in collina (1949) di Cesare Pavese, le opere di Beppe Fenoglio (I 23 giorni della città di Alba, La malora, Il partigiano Johnny).
A parte va considerata la memorialistica, da Cristo si è fermato a Eboli (1945) di Carlo Levi a Se questo è un uomo (1947) di Primo Levi.

© Giovanni Scattone 2011