giovedì 31 marzo 2011

La cattività avignonese

Nel periodo della cosiddetta “cattività avignonese” (1309-77), Avignone fu sede del papato. Il trasferimento (1309) fu voluto da Clemente V che, incoronato a Lione, addusse come pretesto la turbolenza delle fazioni romane per stabilirsi ad Avignone. I papi di questo periodo furono sette, tutti francesi: Clemente V, Giovanni XXII, Benedetto XII, Clemente VI, Urbano V e Gregorio XI. Dopo un temporaneo ritorno di Urbano V a Roma (1367-70), la cattività avignonese si concluse solo nel 1377, anche per le esortazioni di Santa Caterina da Siena.
Questo periodo segnò il predominio della monarchia francese sul papa e rese prevalente l’elemento francese nel consiglio cardinalizio. Lo spettacolo del papa avignonese, ricco e potente, dimorante in un palazzo fortificato e circondato da una burocrazia spesso avida, incurante di una Roma derelitta, destò scandalo nei contemporanei e minò il prestigio del papato. Di qui anche l’origine dello scisma d’Occidente. La storiografia recente ha peraltro rivalutato quel periodo di storia ecclesiastica: alcuni papi furono indipendenti dalla monarchia francese e condussero una vita pia. Nel periodo della cattività, Avignone fu la prospera sede di una corte sfarzosa e di una rinomata Università, città internazionale e centro di attività bancarie e imprenditoriali. Gli italiani (specie fiorentini) che vi esercitavano i loro traffici avevano un quartiere loro riservato con particolari privilegi. Il mecenatismo dei papi protesse gli artisti (Petrarca) e abbellì la città di splendidi monumenti (palazzo dei papi).

© Giovanni Scattone 2011