mercoledì 23 marzo 2011

Giolitti

Giovanni Giolitti nacque a Mondovì e fu soprannominato “l’uomo di Dronero” perché lì si trovava il cuore del suo collegio elettorale. Entrato nel 1862 nell’amministrazione statale e percorsavi una rapida carriera, fu nominato Consigliere di stato nel 1882 ed eletto alla Camera come deputato di Cuneo. E’chiamata età giolittiana (1901-13) quella fase della storia italiana dominata appunto dalla figura di Giolitti, prima ministro dell’interno nel governo Zanardelli e poi primo ministro quasi ininterrottamente fino alla vigilia della prima guerra mondiale. In quegli anni furono superate le tendenze autoritarie dei governi Crispi e Pelloux di fine secolo: il governo Giolitti fu riformista ed ebbe spesso l’appoggio esterno del partito socialista. Giolitti era un liberaldemocratico che riconosceva il diritto di sciopero, il ruolo dei sindacati e delle cooperative. La legislazione sociale fu ampliata con il riconoscimento dell’assicurazione obbligatoria per gli infortuni, con la proibizione del lavoro notturno delle donne e con la decisione che l’età minima per il lavoro dei ragazzi era 12 anni. Le scuole elementari furono finanziate dallo stato, che si modernizzò anche con la statalizzazione del servizio telefonico (1903) e delle ferrovie (1905). Nel 1912 fu stabilito il suffragio universale maschile, che coinvolse il 24% della popolazione totale. Vi fu una crescita industriale (siderurgia, industrie chimiche, meccaniche e idroelettriche). La crescita dell’industria, sostenuta da dazi doganali, si concentrò nell’area nord-occidentale (triangolo industriale). Il meridione restò abbandonato a se stesso e vi prevalse ancora il latifondo, nonostante le leggi per l’industrializzazione di Napoli e della Basilicata, o la costruzione dell’acquedotto pugliese. Aumentarono gli impiegati pubblici, mentre nascevano associazioni sia di operai (CGL) che di imprenditori (Confindustria, 1910).
Nel 1904 vi fu uno sciopero generale e nel 1907 una crisi economica legata a una sfavorevole congiuntura internazionale. Nel 1912 Giolitti si appoggiò ai cattolici per contrastare l’avanzata delle sinistre (Patto Gentiloni, con cui i cattolici sostenevano i liberali non anticlericali). Difensore dell’impresa di Libia (1911-12), fu neutralista nella prima guerra mondiale e, divenuto nuovamente primo ministro fra il giugno 1920 e il giugno 1921, adottò un atteggiamento tollerante verso il fascismo.

© Giovanni Scattone 2011